Due autoctone “in via di estinzione” rivalutate dall’azienda Pat del Colmel

Una stradina impervia, con mille buche e diverse curve mi porta nell’azienda Pat del Colmel poco più su della meravigliosa cittadina di Asolo, in località Castelcucco (Provincia di Treviso).
Ad accogliermi oltre ai numerosi cagnolini è Lino, che assieme alla moglie ed al figlio Matteo portano avanti questa realtà. Quinta generazione di un’azienda che ha da sempre prodotto e commercializzato vino sfuso oltre alle attività di allevamento ed agricoltura.

Pat del Colmel

Il marchio Pat del Colmel è nato ufficialmente nel 2003 quando sono stati rivalutati i principali ambienti agricoli tra cui le stalle dismesse.
Il territorio asolano un tempo era ricco di vigneti principalmente di glera, bianchetta, verdiso, marzemina bianca e la più rara recantina.
Negli anni ’90 quest’ultima veniva venduta a 20 lire al kg, circa un quinto del merlot e proprio per questo motivo Lino, ha deciso di espiantarla a favore del prosecco.
Non del tutto per fortuna e la scelta di tenerne un solo filare si è dimostrata vincente quando nel 2007 dalle ricerche di Veneto agricoltura si è dimostrato un vigneto storico con la potenzialità di ottenere vini di prestigio.
Per questo motivo la Recantina denominata “Forner” dal nome dell’azienda di coltivazione è stata iscritta al registro nazionale.
Partendo da quello che rimaneva del vecchio vigneto sono stati piantati altri tre ettari e nel 2011 con la creazione della DOC Montello Colli Asolani è stata incrementata la produzione di bottiglie, vendute all’inizio a sette euro l’una, cifra per cui Pat del Colmel ha subito innumerevoli critiche ma come afferma Lino “le bottiglie sono andate via a manetta!”

La produzione oggi raggiunge complessivamente circa 100/120.000 bottiglie grazie ai 15 ettari coltivati, con una predominanza del prosecco.

Pat del Colmel

Prima di avventurarci nell’assaggio della Recantina, apriamo un rifermentato in bottiglia di un’altra uva sconosciuta ai più, la Rabbiosa. Una varietà praticamente estinta già dalla fine del 1800.
Il progetto di Lino nel rivalutare quest’uva è nato quando un addetto dell’antifrode, in una visita in azienda, ha scoperto una bottiglia che portava il nome di quest’uva, cosa non a norma di legge. Dopo un controllo dell’addetto e senza nessun risultato di presenza della Rabbiosa in internet, non solo non ha emesso nessun verbale, ma ha consigliato di registrare il nome, cosa che Lino ha fatto il giorno seguente.
Dal campo, campo e mezzo di Pat del Colmel vengono prodotte circa 3000 bottiglie per anno più un altro migliaio di magnum.
Un vino affascinante dal colore giallo intenso e i profumi di albicocca secca, mela cotta, strudel di mele, un leggero pompelmo. In bocca è avvolgente, ben equilibrato, minerale e sapido con una buona persistenza e un leggero tannino in chiusura: si percepisce un leggero retrogusto di caramello e l’acidità tipica di quest’uva viene smussata grazie alla corretta maturazione delle uve.
Sorseggiando il calice di vino parliamo di vigneto, nel quale le rese sono di circa 60/80 quintali ettaro e viene applicata una lotta integrata senza diserbi chimici e concimazioni.
La vendemmia è tutta manuale e si cerca di entrare il meno possibile tra le piante, Pat del Colmel è stata una tra le prime aziende ad ottenere la certificazione SQNPI in Veneto. (sistema di qualità nazionale produzione integrata).

Pat del Colmel

Andiamo poi a spiare la cantina dove troviamo lo stoccaggio delle bottiglie, botti grandi di legno e vasche in acciaio ed è proprio da una di queste che “rubiamo” un po’ di Recantina.
Un colore rubino acceso, quasi brillante, vendemmia 2020 pronta per essere messa a riposare in legno per 18 mesi.
Un tripudio di profumi freschi di viola, ribes nero, ciliegia selvatica, in bocca equilibrato minerale e abbastanza sapido con una buona persistenza. Sicuramente un nettare di ottima prospettiva che son curioso di assaggiare in bottiglia, sia affinata in legno sia nella sua versione solo acciaio.

Pat del Colmel

Una curiosità finale il nome Pat del Colmel deriva da Pat, soprannome (“menda”) della famiglia mentre Colmel è il vecchio borgo dove è situata.
Sicuramente ci sarà occasione di tornare e magari pranzare nel piccolo agriturismo che oltre ai vini offre ottime pietanze caserecce.